ANNO ACCADEMICO
2007/2008
CLASSE 36/A
SEMESTRALE
* * *
MODULO DI
DIDATTICA DELLA PEDAGOGIA (prof. V.
Bolognari)
Maria
Rosaria Poeta
Titolo del modulo:
EDUCAZIONE ALLA
LETTURA
AMBITO:
METODOLOGICO - PEDAGOGICO
Destinatari
BIENNIO DI UN LICEO
SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO
Motivazioni generali
Con
l’affollarsi
del bombardamento multimediale, con l’acuirsi delle difficoltà e
lacune di
apprendimento (che si riverberano da ogni ordine di scuola a quello
successivo),
cresce sempre più nei discenti la percezione del libro come uno
strumento in
cui sono insite, (nascoste o conclamate), insuperabili
difficoltà.
Un
feticcio,
insomma, che alcuni cattivi (o interessati) lettori vorrebbero
frettolosamente
rimuovere. Un "nemico" rispetto ad uno stile di vita che, soprattutto
attraverso la televisione, vuole diventare ossessivamente totalizzante
ed
invadere in modo prescrittivo sfere dell’agire e del pensare che
dovrebbero
restare totalmente private, in quanto sinonimo di autentica
libertà.
Far
riscoprire al
discente, attraverso percorsi guidati, il valore "amico" del libro
(dal testo di studio al testo letterario) significa dunque riportare al
centro
dell’azione educativa lo strumento principe di crescita ed
emancipazione, il
passaggio obbligato per chiunque voglia superare un percorso che lo
faccia
approdare alla condizione di classe dirigente.
Si
è asserito
molto, in passato (come se fosse il fine ultimo) che obbiettivo della
scuola
pubblica dovrebbe essere il diritto allo studio. Oggi si comprende che
un
autentico percorso formativo deve invece aiutare il raggiungimento di
due
ulteriori qualificanti livelli: dal "semplice" diritto allo studio (che
è apparso sempre più come il garantire l’attività
"fisica" dell’atto di studiare) si dovrebbe passare al
diritto al sapere e, in cima, al diritto
alla conoscenza.
Obbiettivi
Di tipo cognitivo (di
apprendimento):
- Saper
individuare il valore e la finalità del libro di testo.
- Comprendere il
valore in sé della lettura, non solo come "saper
leggere" ma sapere cosa
si legge.
- Essere in grado
di orientarsi nel vasto panorama della letteratura classica e
contemporanea
attraverso la lettura ragionata degli autori più importanti.
Di tipo formativo
(trasformativi della
personalità individuale e collettiva):
- Saper riconoscere il ruolo fondamentale
della lettura come processo di libertà interiore ed esteriore;
- saper capire i problemi del nostro tempo
sotto il profilo etico, umano, sociale;
- saper analizzare i contenuti del sapere
come fine essenziale a sé stante.
Di tipo socio-relazionale:
- Maturare la consapevolezza che la lettura è
un modo essenziale per comunicare con gli altri sulla base di valori
condivisi
od anche opposti su cui aprire un confronto.
- Nascita
della biblioteca
di classe come punto d’arrivo ragionato di tutte le attività
Finalità
Il
modulo vuole esplorare le vie attraverso cui si possano stimolare i
giovani (e
in genere tutti coloro che avvertono l'oggetto libro come un macigno
indebitamente e immeritatamente posato sul loro comodino) non tanto
alla
lettura in sé e per sé quanto al piacere di essa,
cercando di riproporre i
libri come complici, come amici attraverso i quali si ampliano i propri
orizzonti e si costruiscono mondi inediti.
- Rendere gli studenti
appassionati e curiosi
dei libri e della lettura, a partire dai testi d'uso in classe,
educandoli ad una valutazione, anche critica
rispetto al
loro valore e contenuti.
- Far loro capire
che, in fondo, noi "siamo" ciò che i libri ci hanno insegnato:
la
nostra appartenenza ad una determinata generazione spesso è
passata anche dal
fatto che in pochi o in molti (esempi abusati, "il '68,, " i favolosi
anni '60) abbiamo letto gli stessi libri, visto gli stessi film,
ascoltato la
stessa musica.
Contenuti
(Unità Didattiche)
1. COMPAGNO LIBRO DI TESTO
2. "NEMICI"
DEI LIBRI: TELEVISIONE, MODELLI DI TEMPO "LIBERO", INTERNET?
3.
AMICI LIBRI: NARRATIVA E POESIA.
Attività
e metodologie:
-
Lezione
frontale e partecipata;
- Discussioni
guidate;
- Lettura
collettiva in
classe e individuale a casa
- Ricerche su
internet.
- Laboratorio.
Strumenti:
-
Libri
di testo
- Libri della
biblioteca
d’Istituto,
- Libri
personali;
- Apparati
multimediali e
informatici.
Tempi: 7 ore
distribuite
Programmazione di eventuali tempi di
recupero
Verifica
e valutazione:
Le
operazioni di verifica avranno lo scopo di valutare e
accertare le conoscenze, le competenze e
le capacità acquisite dagli studenti, la continuità del
grado di apprendimento
e gli elementi di progresso.
Le
verifiche saranno effettuate mediante:
-
Dialogo guidato per ottenere un confronto critico tra
discenti e tra essi e il docente.
-
Elaborati eseguiti singolarmente.
UNITA'
DIDATTICA 1
* * *
COMPAGNO
LIBRO DI TESTO
COSA E’ E
A COSA SERVE UN LIBRO DI TESTO
LABORATORIO:
PRENDIAMO CONFIDENZA
TEMPI: 2 ORE.
Nel corso degli ultimi 15 anni il rapporto tra
discente e libro di testo, in Italia, si è profondamente
trasformato. Nella
scuola italiana, a differenza dei sistemi formativi ormai collaudati di
altri
paesi-guida in tema di rapporto fecondo con il libro (pensiamo a
Francia e Gran
Bretagna) si è progressivamente determinata una disaffezione
verso il libro,
che trova purtroppo varie concause i cui effetti rischiano di
deflagrare.
In
primo luogo (sembra paradossale) è un fattore di crisi la
normativa
che fa obbligo alla pubblica amministrazione di acquistare i libri di
testo
nella scuola dell’obbligo. Presso famiglie e studenti si è
progressivamente
diffuso un modo di pensare che ritiene che uno strumento "regalato"
dallo Stato all’alunno, già di per sé sia cosa di poco
valore, che si può
ottenere con facilità, e di cui con altrettanta facilità
ci si può disfare;
tanto non conta, non è importante nella crescita formativa,
soprattutto non è
per niente preclusivo al raggiungimento dell’erroneo traguardo che
è la
promozione all’altra classe, anziché la crescita culturale e
formativa.
In
secondo luogo (paradosso derivato) il costo dei libri di testo che,
fuori dalla scuola dell’obbligo, scoraggia fortemente i ceti sociali
meno
abbienti. I familiari spesso sono restii all’acquisto, che non è
visto per
quello che è, e cioè un investimento "alto" in cultura e
formazione,
ma è percepito come un aggravio al bilancio familiare tutto
sommato superfluo,
magari secondario a consumi collettivi di massa considerati
irrinunciabili: uno
per tutti i costi del consumo di sport da guardare che spodesta lo
sport da
praticare.
Certo
non si può e non si deve generalizzare, ma in alcune
realtà sociali
c’è il perseguimento in molti casi
del "pezzo
di carta" senza studio, come presupposto all’ottenimento del "posto"
senza lavoro.
Il
libro di scuola, in questo contesto, deve farsi largo tra televisione
e telefono mobile, tra disaffezione e mancata percezione della sua
basilare
importanza.
Per
questo motivo, sarebbe altamente auspicabile coinvolgere nello
svolgimento del modulo, ad inizio d’anno, tutti i colleghi della
classe: a
ciascuno di loro andrebbe chiesto di dedicare un’ora di lezione,
nell’ambito
della consueta illustrazione dei programmi, alla descrizione
particolareggiata
dei rispettivi libri di testo. Di particolare interesse dovrebbe essere
illustrare per ogni disciplina i tratti essenziali di storia di ogni
disciplina,
per capire meglio come si è arrivati alla redazione di quel
libro di testo e
alla scelta di adottarlo.
Restituire
dignità di protagonista al libro di testo incontra un’altra
difficoltà, di cui bisogna essere consapevoli per affrontarla e
superarla: è
necessario rimotivare i discenti alla ulteriore assimilazione e
rielaborazione
di quanto studiato a scuola con l’approfondimento a casa: lo spazio
delle ore
pomeridiane, infatti, trova una notevole quantità di
"concorrenti"
impropri, come attività ludiche o ginniche o quant’altro.
Da
queste difficoltà (e il modulo intende portarle tutte alla
emersione
nella coscienza dei discenti) si evince che la crisi del libro di testo
si
iscrive in una più generale crisi del sistema formativo in
alcune realtà
difficili.
LABORATORIO:
prendiamo confidenza
-
Chiedere ad ogni alunno (dopo una eventuale attività orientata
da parte
di ciascun collega nelle proprie ore) di valutare la qualità ed
i contenuti di
ognuno dei suoi libri di testo.
-
Ascoltare da ognuno perplessità o difficoltà
nell’organizzazione
giornaliera dei ritmi di studio.
-
Verificare nel dialogo collettivo se si muove un meccanismo di
rimotivazione alla lettura ed all'uso dei libri.
UNITA'
DIDATTICA 2
* * *
I MEDIA: "NEMICI" DEI
LIBRI?
LA TELEVISIONE - I MODELLI DI TEMPO
"LIBERO" - INTERNET
LABORATORIO:
NE' APOCALITTICI NE' INTEGRATI
TEMPI: 2 ORE.
IL RUOLO DEI
MASS-MEDIA
Marshall
McLuhan, profetico precursore del corretto inquadramento
socio-filosofico del mondo dei mezzi di comunicazione di massa, ha bene
identificato l’effetto che un mezzo di comunicazione compie sugli
individui. L’uomo,
nel corso della storia dell’umanità, ha via via trovato nuovi
espedienti
tecnologici (dalla ruota, alle armi, alla parola scritta) che
costituiscono
delle vere e proprie estensioni della
propria persona. Si potrebbe dire che un’estensione è una sorta
di protesi
concettuale: la ruota non solo estende e potenzia le capacità
del piede, ma
costruisce una nuova dimensione interiore; una giustificata sensazione
di
potere e di potenza a cui d’ora in poi sarà difficile rinunciare
e di cui
indistintamente tutti gli individui tenteranno di impadronirsi.
Il
telefono estende il nostro orecchio e la nostra voce. La televisione
estende le facoltà dell’occhio e dell’orecchio. I moderni
telefoni cellulari producono
una sorta di ebbrezza nel concentrato di protesi o estensioni che
riescono a
produrre: con la velocità elettrica di questo multimedium, oggi
si può (a
qualsiasi distanza nel mondo terrestre, o verso aeronavi) parlare,
ascoltare,
ricevere un segnale televisivo, vedere l’interlocutore con cui
parliamo,
videosorvegliare l’abitazione, scattare fotografie, effettuare
videoregistrazioni, ascoltare brani musicali, vedere film, prendere
appunti di
memo-voce, navigare su internet, leggere e spedire posta elettronica,
trasferire
dati, effettuare telefax, e, già da ora, fare transazioni
commerciali e
finanziarie certificate, con carte di credito, o con l’addebito sulla
bolletta.
Le
maggiori imprese del campo dell’informatica e della telefonia lavorano
con buona lena verso la "convergenza" nello stesso strumento
tecnologico di quante più risorse e funzioni possibili.
"Il
termine «comunicazione» -dice Marshall
McLuhan- è stato ampiamente
usato con riferimento
alle strade, ai ponti, alle rotte navali, ai fiumi e ai canali, prima
di
trasformarsi con l' era elettronica in «movimento d'
informazione». Forse non
c'è modo più adatto a definire il carattere dell'
età elettrica che lo studiare
prima l' idea del trasporto come comunicazione, poi il passaggio
all'idea d'informazione
mediante l'elettricità. La parola «metafora» deriva
dal greco meta phérein, e significa
trasportare". McLuhan
nel suo «Gli strumenti del comunicare»
aggiunge che "ci occupiamo di tutte
le forme di trasporto di merci e d'informazioni, sia come metafora sia
come
scambio. Ogni forma di trasporto non soltanto porta, ma traduce e
trasforma il
mittente, il ricevente e il messaggio. L' uso di un qualunque medium, o
estensione dell' uomo, altera gli schemi d'interdipendenza tra le
persone come
altera i rapporti tra i sensi.
E' un
tema
insistente di questo libro -conclude McLuhan- che tutte
le tecnologie sono estensioni del nostro sistema fisico e
nervoso per aumentare il potere e la velocità. Se non ci fossero
questi aumenti
di potere e di velocità, non ci sarebbero, o verrebbero
eliminate, le nuove
estensioni di noi stessi".
Lo squarcio potente
che McLuhan (mezzo secolo fa) apre sul
futuro e sul ruolo dei mass media ci fa comprendere quali formidabili
"avversari"
del libro abbiamo di fronte. Se tutti noi, e l’adolescente a maggior
ragione,
percepiamo i ritrovati tecnologici come parte di noi stessi,
sarà sempre più
difficile che ce ne stacchiamo, anche per un attimo, senza sentirci
fisicamente
e mentalmente menomati. Con buona pace delle giuste battaglie contro
l’uso del
telefonino a scuola, i nuovi media sono percepiti ogni giorno di
più non solo
come estensioni, ma addirittura "protesi", del corpo o del cervello.
Tuttavia il libro, la
parola scritta, il contatto con la
carta che esalta i bibliofili tanto quanto quelli che il giorno dopo
scorrono
avidamente le pagine di giornale per leggere il resoconto del calcio,
sono e
restano magicamente essenziali. Ci si è domandati, ad esempio,
se l’uso del
computer per leggere e scrivere possa soppiantare l’abitudine a leggere
sul
supporto di carta stampata e la risposta va a favore del giornale e del
libro:
in questo caso (anche quando si compie una navigazione su internet) la
tecnologia tenta di imitare i supporti
cartacei ma non riesce a sostituirli. La rivincita dell’antico sta
nella
stanchezza indotta dalla lettura sui monitor, nella flessibilità
fisica della
carta, nella sua trasportabilità, nella sua relativa
disponibilità alta, che ne
determina, in termini di costi, un prezzo ancora basso; la
flessibilità
posturale che la carta consente rispetto al computer, la
possibilità di
rimeditare, rivedere, sottolineare, creando da sé un ipertesto
fisico che ci
riporta ai libri medievali, che venivano regolarmente commentati dai
lettori
più o meno privilegiati che vi potevano accedere.
Nonostante
l’invadenza delle macchine, i calcolatori
elettronici, nuovi "amici", hanno la straordinaria capacità di
memorizzare e rendere disponibili opere dell’ingegno che spesso
rischiano di
essere per sempre disperse a causa della deperibilità della
carta: il supporto
informatico oggi e nel futuro ci consente di possedere e ristampare
un’opera in
modo permanente, consolidando così la memoria storica del genere
umano e
consentendogli, forse, di non ripercorrere vecchi errori.
LA TELEVISIONE
Discorso a parte
meriterebbe
l’analisi del ruolo che ha il medium televisivo, che si muove su due
binari per
rubare tempo di vita e tempi di apprendimento ai giovani che non hanno
ancora
elaborato adeguate "istruzioni per l’uso".
Ha ricordato
saggiamente Umberto Eco nel suo "Apocalittici e integrati",
che di
fronte alle nuove scoperte tecnologiche non si può avere un
atteggiamento di
rifiuto luddista o di assoggettamento acritico.
La televisione,
soprattutto in Italia, con la sua
ossessiva invadenza di messaggi pubblicitari, riverbera drammaticamente
il
problema principale posto dalla globalizzazione dei mercati: una
concorrenza
agguerrita sui costi di produzione sempre più bassi, che
generano prezzi
altrettanto competitivi.
Per le imprese
europee, nei paesi che non tengono il passo
nella produttività, si determina la drammatica necessità
di proporre i propri
prodotti in modo sempre più intenso in modo da tentare di tenere
il passo. Sarebbe
facile osservare che l’alta domanda di prodotti che provengono da altri
paesi
non nasce dalla pubblicità, ma dalla loro qualità
competitiva, ma il sistema
televisivo (che in futuro comincerà a soffrire per la
concorrenza del medium
internet) fa ancora uno sforzo, che genera rigetto nei soggetti
più consapevoli,
per spingere al massimo possibile i consumi.
Ma la televisione,
con il messaggio pubblicitario o con il
contenuto di tipo "culturale" come un film, un documentario, un
servizio giornalistico, non propaganda solo oggetti: "vende" stili di
vita, modelli di comportamento che, a causa della ripetitività
dei messaggi,
finiscono per divenire quasi irrinunciabili, assunti supinamente se non
interviene un’agenzia educativa prioritaria come la scuola a bilanciare
con
delle "istruzioni per l’uso" gli effetti più deleteri.
In Marshall McLuhan
la televisione è considerato un medium
"freddo", un mezzo di
comunicazione (per i tempi dello studioso prevalentemente in bianco e
nero) a bassa definizione, come il telefono. I
mezzi a bassa definizione hanno come caratteristica il richiedere ai
fruitori
un’attenzione totale ed assorbente, proprio per il tentativo che ognuno
fa di completare la scarsa definizione del
messaggio. E’ in questo la chiave dell’ipnosi mediatica cui sono
sottoposti
specialmente i giovani, con effetti distruttivi sulla percezione
corretta di
tutta la realtà circostante. Una rieducazione costante alla
coscienza della
percezione mediatica deve dunque servire a riportare il libro alla sua
giusta
dimensione, senza per questo pensare di mettere al bando i nuovi media,
con
cui, ovviamente, è necessario imparare a convivere in un
corretto rapporto
dialettico.
Si può
immaginare che se McLuhan avesse avuto modo di
occuparsi del fenomeno ormai globale e inarrestabile della rete
internet
avrebbe certo sostenuto che la fruizione di essa deriva
dall’abbinamento di due
medium freddi (e pertanto altamente assorbenti) come il monitor TV ed
il
telefono, che coinvolgono soprattutto l’occhio e l’orecchio, ma
finiscono per
diventare non più una estensione e potenziamento delle
facoltà sensoriali,
bensì un prolungamento del nostro cervello; della nostra mente;
e (chissà, in
futuro) addirittura del nostro pensiero inteso non solo come
facoltà di pensare
ma anche come organizzazione (in)cosciente dei contenuti.
I MODELLI
Da quanto sopra
è fin troppo ovvio arguire che tv,
telefono mobile e internet (che vanno verso la convergenza in un unico
strumento di comunicazione) sono diventati il più potente mezzo
di omologazione
dei comportamenti, almeno per le giovani generazioni. La
pubblicità (che
meriterebbe un discorso a parte), gli trasmissioni sul genere del
"Grande
fratello" che scimmiottano le predizioni orwelliane; gli spettacoli, le
serie romanzate, sono un potente strumento di illustrazione di modi di
vita,
sostenibili o, più spesso insostenibili, volti a spingere i
fruitori (non solo
adolescenti!) più sprovvisti a fare qualunque cosa (tradotto:
spendere
qualunque cifra, perseguire il possesso di qualunque oggetto) pur di
identificarsi nel modello pervicacemente proposto. E’ ovvio che il
recupero del
libro (secondo McLuhan medium "caldo", ad alta definizione,
gratificante) non può che giovare a delle personalità in
formazione.
LABORATORIO: né apocalittici né
integrati.
Chiedere
all'alunno di analizzare in proprio l’uso che fa di ogni mezzo
di comunicazione valutando azioni e reazioni:
-
speditevi un sms;
-
spedite un messaggio di posta elettronica;
-
osservare in classe uno spettacolo TV e dire cosa attrae;
-
portate il vostro videoclip (musicale) preferito.
-
Quanto tempo si passa con le cuffie alle orecchie?
- E a
navigare su internet?
-
Esaminare in sede collettiva criticamente le esperienze di ciascuno.
-
Chiedere a tutti una riflessione sul rapporto tra questi media
e il libro come strumento di
apprendimento e di crescita.
UNITA'
DIDATTICA 3
* * *
AMICI LIBRI
TEMPI: 3 ORE.
La
terza Unità Didattica si può configurare
pressoché interamente come una serie di attività di
laboratorio, ovviamente
supportate da alcuni elementi portanti.
L'U.D.
dovrebbe ottenere l'obbiettivo di
appassionare alla lettura, per il tramite di incipit
e/o brani di autori significativi, ponendo attenzione alle
capacità reali del discente, possibilmente connesse
all'età ed al suo contesto
culturale e formativo.
Tutti
conosciamo il celebre
discorso di Daniel Pennac nel suo saggio
"Come un romanzo", in cui
rivendica
I DIRITTI
IMPRESCRITTIBILI DEL LETTORE:
Il diritto di
non leggere
Il diritto di
saltare le pagine
Il diritto di
non finire un libro
Il diritto di
rileggere
Il diritto di
leggere qualsiasi cosa
Il diritto al
bovarismo (malattia testualmente
contagiosa)
Il diritto di
leggere ovunque
Il diritto di
spizzicare
Il diritto di
leggere a voce alta
Il diritto di
tacere
E'
esperienza consolidata di chi ha per sua fortuna
imparato ad amare i libri di narrativa (a
fortiori, di poesia) che la comprensione della realtà
circostante passa
obbligatoriamente dalla frequentazione del libro, che si tratti del
"Decameron",
dei "Promessi Sposi" o "I ragazzi della via Paal",
cominciando dalle fiabe antiche e moderne, continuando coi grandi
poemi: da
Omero a Torquato Tasso, passando per Virgilio, Dante Alighieri e
Lodovico
Ariosto.
Il
libro aiuta non solo a capire la realtà, ma a
costruire la persona e la personalità; aiuta ad entrare in
relazione con gli
altri, a creare un patrimonio comune condiviso di valori e di
conoscenze; a
sviluppare la capacità di riflessione, a socializzare i
contenuti, a creare un
forte senso di identificazione della propria civiltà della propria lingua come presupposto
all'aprirsi ad un necessario atteggiamento di fondo interculturale.
Il
libro è poi un'affascinante esperienza di
viaggio, in senso proprio (da Marco Polo a Jonathan Swift) ed in senso
interiore (per citare i più famosi, Joyce, Svevo, Proust).
Il
libro, infine, in un percorso ideale che va (per
la nostra lingua contemporanea) da Manzoni a Calvino (passando per
Leopardi), è il supporto più
importante,
di valore indiscusso e insostituibile perché ognuno di noi
impari a scrivere,
il che non è poco.
Appassionare
alla lettura, quindi può partire dalle
seguenti attività di laboratorio, che dovrebbero essere la
risultante di una
curiosità interiore fortemente stimolata.
LABORATORIO: toccare i libri
-
Fornire agli alunni l'inizio di un romanzo famoso,
dando loro le prime 15-20 righe (2-3 capoversi), e chiedere a tutti di
proseguire
la narrazione, quindi confrontarsi insieme sulle scelte di ciascuno.
-
Chiedere ad ogni alunno di scegliere un buon libro
(scelto tra quelli posseduti o nella biblioteca d'Istituto) e poi
invitarlo a
relazionarne, possibilmente anche per iscritto, in classe, per
"socializzare"
la sua esperienza.
-
Chiedere a tutta la classe di leggere un libro
scelto dal docente, e poi discuterlo tutti insieme confrontando i punti
di
vista.
-
Realizzare una biblioteca di classe che diventi la
risultante di tutte queste esperienze.
ATTIVITA'
-
Invitare a scuola uno scrittore, possibilmente
dopo aver affidato ad un gruppo di due/tre studenti la lettura di un
suo libro,
e discutere con lui sulla genesi e lo sviluppo del romanzo.
-
Organizzare una visita presso una biblioteca o un
archivio, che possa stimolare negli alunni anche la gratificazione del
vedere
una bella edizione, del "toccare" (compatibilmente con la
preziosità
del testo!) un libro e determinare una voglia di leggere che passi
anche
attraverso il possesso dell'oggetto-libro, sapendo che il possesso non
è
necessariamente l'acquisto ma anche la consultazione, e sapendo che i
libri si
possono avere in prestito, o, meglio darli in prestito sapendo che
difficilmente saranno restituiti.